Ti succhiavo i capezzoli, gonfi e turgidi sui seni sodi e dritti
tu stavi tutto intorno, ti sentivo muovere
sentivo la tua pelle scorrere, umida e calda, sulla mia.
Poi aprivo gli occhi, e la stanza era buia
poca luce dalla finestra aperta
la notte era umida e calda
come l' aria che entrava dalla finestra.
Il letto vuoto.
Così richiudevo gli occhi, per continuare il sogno
aspettavo fermo e zitto
ma i seni poi erano avvizziti, e rugosi, come ravioli al vapore
i capezzoli duri come sassi tondi
ma tu riprendevi a muoverti
così vera al tatto da sentirti scivolare.
Ma questo non è poi tanto strano.
E' che mi sono svegliato sul divano
e non so se ho sognato di sognarti
in camera, o ho sognato di svegliarmi sul divano
e sto ancora sognando di scrivere sta cazzata
o saran stati i peperoni alla griglia, alla festa.
Però era così vero che stanotte faccio il bis.